DAL SINTOMO AL SIMBOLO

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.etta.
view post Posted on 6/5/2010, 14:02




Dal sintomo al simbolo.

Posted: 05 May 2010 11:00 PM PDT



Oggi vorrei iniziare a parlarvi della medicina psicosomatica anche perchè il blog si chiama Psiche e Soma proprio in riferimento a questa branca del sapere.

Lo scrittore Peter Altenberg dice: “la malattia è il grido dell’anima offesa“.
Se partiamo da questo presupposto quando ci troveremo di fronte ad una malattia, nostra o di un nostro carom si tratterà quindi di scoprire che cosa abbia offeso l’anima e, a tal fine, il corpo fornisce le indicazioni necessarie. Può diventare il palcoscenico sul quale troviamo rappresentati i nostri compiti di crescita e di apprendimento. Il modo di esprimersi del corpo è il linguaggio simbolico che incontriamo in tutte le tradizioni religiose, nei miti, ma anche nelle immagini delle fiabe e leggende e, ovviamente, nella lingua corrente con le sue formulazioni a volte così dirette. Da questo linguaggio d’ombra del quadro clinico è possibile dedurre il significato dell’evento, per trovare poi, attraverso un’elaborazione più oculata del tema, la soluzione.

Da qua in poi lascio parlare Rudiger Dahlke uno dei più fini conoscitori di questa scienza.

“Il linguaggio del corpo, di cui quello simbolico ne è solo un aspetto, anche se molto importante, è la lingua più parlata del mondo. Tutti gli uomini la parlano, anche se non ne sono sempre consapevoli e anche se tanti non la capiscono più. Tuttavia la maggior parte degli uomini, e questo vale anche per l’uomo moderno, conserva dentro di sé, in maniera latente, la conoscenza del linguaggio del corpo ed è capace di farlo rivivere in tempi sorprendentemente rapidi. Sembra che esso faccia parte di quello sterminato tesoro del sapere che è assopito, fin da epoche antichissime, dentro di noi e attende solo di essere ridestato.
Attraverso la comprensione del linguaggio del corpo ritroviamo l’accesso alle nostre radici, sia della cultura che della grande famiglia umana. Ci rendiamo conto di quanto esemplare è il modo di esprimersi del corpo ed è come tornare in quello stato originario che precede la confusione babilonica delle lingue, quando tutti gli uomini comunicavano attraverso una stessa lingua. Quando un uomo piange, il colore della pelle, sulla quale scorrono le lacrime, è di secondaria importanza; la nostra interpretazione che parte dal contesto è spontaneamente quella esatta quando distinguiamo tra lacrime di gioia, di tristezza o di dolore, indipendentemente ente dal fatto che scendano sulla pelle nera, bianca, rossa o gialla. Quanto più l’uomo è arcaico tanto più il suo modo di esprimersi è naturale; possiamo perciò imparare dalle epoche antiche e scoprire che dentro di noi conserviamo tuttora le esperienze di quei tempi.”




Fonte originale: Psiche e Soma


 
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