ACAI frutto amazzonico ricco di proprietà salutari

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icon1  view post Posted on 27/1/2010, 15:43





Frutto amazzonico, mania brasiliana

Protagonista di una leggenda, cantato da Djavan, l'acai è parte della cultura alimentare del Pará. Di gran moda tra gli sportivi in Brasile, potrebbe diventare popolare anche in Italia.


Protagonista di una leggenda tupí che lo descrive come la reincarnazione di una bimba sacrificata agli dei e per questo chiamato içá-içai, cioè «frutta che piange», l'acai fa da sempre parte della cultura alimentare del Pará e delle popolazioni indigene dell'Amazzonia. Celebrato dal titolo di una famosa canzone di Djavan, è un frutto ricco di carboidrati, proteine, ferro e vitamine, particolarmente adatto a chi pratica lo sport, visto il suo notevole apporto calorico. Grazie al gradevole sapore e all'alto valore nutritivo, l'acai è uscito dall'ambito strettamente locale diventando una vera e propria mania in tutto il Brasile, soprattutto tra i fautori di un'alimentazione sana e di una dieta bilanciata. Disponibile da qualche tempo in Italia, potrebbe diventare popolare anche nel nostro Paese.

Caratteristica della culinaria amazzonica è l'esuberante abbondanza degli ingredienti naturali disponibili all'interno della più grande foresta tropicale del pianeta. L'acai è il piccolo e tondeggiante frutto della palma denominata Euterpe oleracea, un tempo tipica dei margini fluviali da Santarem a Marajó, oggi diffusa in molte regioni umide del nord e del nord-est del Brasile. Può raggiungere trenta metri di altezza e fruttifica copiosamente durante tutto il corso dell'anno. Dalla polpa dell'acai si ricavano il succo e la crema, mentre con il nocciolo si produce una bevanda fermentata dal gusto simile a quello del vino, diffusa soprattutto all'interno delle comunità indigene del Pará. Il nocciolo essiccato viene successivamente usato in bigiotteria. Nella sua terra di origine, l'acai viene ancora tradizionalmente consumato come mingau de açaí, denso frullato che spesso sostituisce il latte, oppure bollito e mescolato a farina di manioca. Costituisce così un pirão, un tipo di purea che viene servito come contorno a piatti a base di pesce, quali il pirarucú o il tucunaré, o di carne essiccata (charque). In Pará, l'acai è anche una base per budini, torte e gelati e viene utilizzato nella preparazione di liquori.

Ad occuparsi della sua raccolta, oggi sono per lo più cooperative agricole locali. Per essere commercializzati, i grappoli vengono staccati dalla palma all'apice del processo di maturazione e i frutti immediatamente lavati, sbucciati, snocciolati e schiacciati. Dopodiché sono confezionati in buste o bustine pronte per l'uso, anche individuale, che vengono congelate direttamente sul posto, senza l'uso di coloranti e conservanti. Sapore, freschezza, vitamine, fibre e sali minerali restano inalterati e la polpa può essere utilizzata a distanza di mesi. In questo modo l'acaí giunge anche nel nostro Paese, dove il suo consumo si sta diffondendo sia tra gli sportivi che tra i frequentatori di bar e locali di tendenza. In alcuni casi, infatti, è diventato l'ingrediente di sorbetti, cocktail e drink dai nomi esotici.



Una ricetta: Acai na tigela (Acai nella scodella)

Ingredienti: 400 grammi di polpa di acai congelata, una banana affettata, il succo di un arancio, zucchero o dolcificante secondo il proprio gusto


Semi-scongelare la polpa di acai e passarla al frullatore con la banana affettata e il succo d'arancia. Addolcire. Continuare a frullare fino ad ottenere un composto omogeneo ma senza lasciare che la polpa diventi troppo fluida. Gli ingredienti devono dare origine a una crema molto fredda, densa ma non liquida. È possibile frullare la polpa di açaí insieme con altri tipi di frutta, come fragole o kiwi, oppure si può aggiungervi della polvere di guaraná per rendere questo dessert per il dopo-sport ancora più energetico. Non ancora generalmente disponibile in Italia, questa semplicissima preparazione può essere realizzata a casa, con un po' di fantasia.





Un prodotto di moda in Brasile

La "moda" dell'acai, da noi ancora agli albori, è iniziata nelle grandi città del Brasile una quindicina d'anni fa. Essendo un alimento completo, veniva inizialmente consumato dai praticanti del jiu-jitsu, arte marziale in cui i brasiliani storicamente eccellono, a tal punto che oggi esiste una vera e propria scuola "brasileira" di questa disciplina. Dai tatami alle palestre, alle strade e alle piscine, il suo utilizzo si è allargato agli amanti del fitness, ai ciclisti, ai corridori, ai nuotatori e a tutti gli sportivi in genere. Molti tuttora commettono l'errore di assumerlo, sotto forma di succhi o frullati, prima di fare sport. Per il suo alto contenuto di grassi e di fibre, l'acai richiede una lunga digestione. Pertanto va consumato al termine dello sforzo, come formidabile reintegratore di energie e non prima.

Il valore proteico dell'acai è equiparabile a quello dell'avocado, un altro frutto particolarmente ricco di grassi. Si tratta di acidi grassi "buoni", che favoriscono lo smaltimento del colesterolo "cattivo" (Ldl) nel sangue, ma un suo consumo eccessivo può comunque favorire l'aumento di peso, se il suo apporto calorico non viene compensato con un'adeguata attività fisica. Un bicchiere da 200 ml di succo di acai, con banana e granola (müesli), può superare le 500 calorie. Non è quindi un alimento per sedentari. Il suo contenuto in ferro, elemento indispensabile per il trasporto dell'ossigeno alle cellule, è identico a quello del fegato di manzo. Attraverso le fibre, che rappresentano il 17% del suo peso, l'acai favorisce anche il buon funzionamento dell'intestino e per mezzo del suo altissimo tenore di antiossidanti può aiutare a diminuire il rischio di infarto e a rallentare il processo di arteriosclerosi.

Ormai "febbre metropolitana", l'acai ha trovato a Rio de janeiro terreno fertile per la sua diffusione. Dai ricchi frequentatori delle academias di Leblon agli sportivi che affollano la spiaggia di Copacabana, fino agli abitanti di zone popolari come la Baixada Fluminense. In quest'ultimo caso, però, la fantasia del carioca, che si manifesta anche in cucina, ha preso il sopravvento. Nelle barraquinhas, nei chioschi all'aperto della Rocinha o del Piscinão di Ramos, la polpa viene preparata aggiungendovi castagna di cajú, noccioline o jujuba, scaglie di cioccolato, cosparsa di cioccolato fuso e canditi e accompagnata con gelato o panna montata. Alimento già di per sé non "light", l'açaí viene così trasformato in una deliziosa e irresistibile bomba calorica! Il dolce açaí carioca è diventato un'alternativa al "salgadinho" (fagottino salato ripieno di carne, pollo, formaggio o altro) e al "churrasquinho" (spiedino di carne), come spuntino veloce ed economico.



Retroscena e nuovi utilizzi

A differenza del palmito, cioè il "cuore" della juçara (una palma della stessa specie della açaizera), che per essere raccolto comporta l'abbattimento dell'albero, l'acai è un prodotto "ecologico". Le fitte agglomerazioni di acaizeras, dette touceiras, facilitano inoltre la rimozione degli esemplari maturi e la crescita libera di quelli ancora in sviluppo. In Brasile vi sono almeno 300 progetti di commercio equo, solidale e sostenibile che, oltre a beneficiare le comunità locali, si preoccupano che la raccolta dell'açaí non arrechi danni agli ecosistemi. Alcuni di essi hanno ricevuto addirittura il marchio internazionale Fsc, una delle più rigorose certificazioni di qualità del mondo.


Uno dei problemi causati dalla crescita esponenziale della domanda è stato il repentino aumento del prezzo di mercato, rincarato in pochi anni anche del 700%, spinto dal grande potere acquisitivo della ricca clientela di città. Da 1 real al litro, si è passati rapidamente a 6 o 7 real. E solo il 10% di questo valore resta nelle tasche dei produttori. Il risultato è che l'açaí è diventato un prodotto dal costo quasi proibitivo per le popolazioni locali, specialmente per chi non può risalire alla fonte, cioè coglierlo direttamente dalla pianta.

Tra i nuovi utilizzi dell'acai vi sono quelli in campo dentistico e cosmetico. Il frutto è alla base di un prodotto che serve a evidenziare la presenza della placca batterica sui denti, senza causare sgradevoli effetti collaterali come alcuni analoghi composti sintetici. L'acai, poi, grazie agli effetti emollienti, entra nella preparazione di shampoo, creme anti-invecchiamento e saponi idratanti.

da: Musibrasil
 
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