| Meliloto, il collirio di Goethe
Si dice che Goethe si servisse delle proprietà del distillato di meliloto per riposare la vista e curare gli occhi affaticati dalle tante ore trascorse a scrivere. Ma i possibili usi di questa pianta sono molti altri ancora. Scopriamoli. Il meliloto (Melilotus officinalis), conosciuto anche col nome di vetturina gialla, è una pianta erbacea annua della famiglia delle leguminose molto diffusa in Europa, Asia e nelle zone temperate; cresce spontanea sui cigli delle strade, nei campi, nelle vigne, in terreni calcarei, e per il suo gradevole profumo di fieno veniva spesso seminata assieme al foraggio dei bovini, perché il loro latte risultasse più dolce e profumato. Il suo nome, infatti, significa "miele di trifoglio". La vetturina è da secoli conosciuta e apprezzata per le sue molte proprietà: si usano le sommità fiorite che, somministrate in infuso, trovano indicazione nella cura dell'insonnia, della depressione e degli stati d'ansia. Nei tempi passati, in Germania e Francia, era uso somministrarla ai bambini che non riuscivano a dormire, che avevano la tosse o il mal di denti. Il meliloto, infatti, ha anche proprietà antinfiammatorie e decongestionanti, oltre ad essere impiegato come antinevralgico sin dai tempi di Plinio il Vecchio. Questa pianta, inoltre, aumenta la permeabilità delle pareti venose: alcune ricerche hanno quindi dimostrato l'efficacia del suo utilizzo in casi di insufficienza venosa e linfatica e di vene varicose. Per uso topico, il decotto di vetturina è utilizzato contro le congiuntiviti e per impacchi agli occhi, in particolare se unito all'azione di foglie di noce e fiori di camomilla. Per un impacco servono: 2 g di fiori di meliloto 4 g di foglie di noce 2 g di fiori di camomilla Una volta fatto raffreddare il decotto, applicarlo per quindici minuti con una garza sterile sugli occhi. E' necessario servirsi dell'infuso o del decotto di meliloto con attenzione: è consigliabile non somministrarlo in gravidanza o durante l'allattamento. Chiara Boracchi La ricetta per l'impacco è stata tratta da "Dizionario delle erbe medicinali", ed. Newton.
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