argilla che guarisce, di Simona Fontana

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view post Posted on 18/10/2008, 15:20





Argilla che guarisce
Simona Fontana

Un rimedio senza tempo, donato all’essere umano per la sua evoluzione. Possiede diverse proprietà curative e può essere utilizzata per la salute e a scopo estetico.

L’argilla da sempre è considerata una preziosa alleata della salute dell’uomo. Gli Egiziani la utilizzavano con altre sostanze come la propoli per il trattamento estetico del viso e dell’intero corpo (nonché per la mummificazione); i Greci la resero nota per le cure di bellezza femminili, oltre che come medicamento e per sbiancare le lane, e naturalmente per usi ceramici.

In seguito anche i Romani, oltre ad esaltare le proprietà dell’argilla nell’artigianato, ne sfruttavano le potenzialità terapeutiche anche per la bellezza e per trattamenti idrotermali. All’epoca di Plinio. la cosiddetta "Terra sarda" era argilla impiegata per diversi scopi (in Sardegna effettivamente ci sono ancora oggi grandi giacimenti di argilla).

Ma che cosa è esattamente l’argilla? È un materiale inorganico appartenente all’idrosfera, e in particolare al suolo terrestre, che presenta una sua precisa struttura cristallina; questo particolare la differenzia dai fanghi, che invece sono sostanze amorfe, le cui molecole cioè non hanno una precisa organizzazione, e che sono derivati da una trasformazione chimica e biochimica avvenuta su detriti organici di origine vegetale o animale, per opera di agenti atmosferici quali calore, pioggia, vento ecc., ma anche a causa dell’attacco di microorganismi come batteri, lieviti, muffe...

La sostanza base di cui è composta è la silice (biossido di silicio, in media 65%) nella forma stabile di silicati idrati di alluminio. Contiene anche acqua e numerosi sali minerali (in prevalenza ferro, magnesio, potassio, calcio, sodio, manganese e altri oligoelementi) in percentuali differenti a seconda della roccia base o delle trasformazioni ambientali cui è stata sottoposta.

L’argilla quindi presenta una struttura cristallina ben definita, che serve a classificare e a distinguere i vari tipi attraverso l’esame ai raggi X. Esiste, infatti, una grande varietà di argille: le più comuni sono quelle bianche, dette caoliniche (questo nome deriva dalla collina cinese Kaolin, da cui venne estratto per la prima volta questo minerale); ci sono poi le argille rosse, che hanno questo colore per la presenza di ferro in un particolare stato, e le argille verdastre o grigiastre, la cui gamma cromatica è data sempre dal ferro ma in uno stato chimicamente diverso.

Di ciascuno di questi tipi di argilla esistono molte varietà ancora, che dipendono dalla loro composizione mineralogica, sulla quale non è il caso di soffermarsi; si può dire soltanto che la classificazione delle argille è stato un problema di non facile soluzione, anche perché in natura si trovano associate nei vari tipi e anche ad altri minerali, e che tutte le argille derivano dalle cosiddette "rocce madri", che si sono trasformate in argilla sotto l’azione degli agenti atmosferici (acqua, vento, calore).

I vari tipi di argilla hanno una granulometria il cui diametro è inferiore ai due micron (millesimi di millimetro) e hanno in comune le seguenti proprietà:

1. si rigonfiano in acqua
2. si trasformano in gelatina collosa (plasticità)
3. sono detergenti
4. assorbono i gas
5. purificano le acque e i liquidi in genere
6. sono impermeabili
7. sono in grado di emulsionare varie sostanze eterogenee
8. sono in grado di scambiare ioni

Quest’ultimo particolare differenzia nettamente le argille che hanno un potere terapeutico da quelle che ne sono prive o quasi. Infatti, un’elevata capacità di scambio cationico (C.S.C.) sta a significare che un’argilla è in grado di scambiare ioni e di assorbirne altri, quindi è attiva; invece risulta meno attiva se ha una bassa C.S.C. A tale proposito, un articolo interessante è stato pubblicato dall’Università di Pisa: Battaglia S., Leoni L., Sartori F., Determinazione della capacità di scambio cationico delle argille attraverso l’analisi in fluorescenza-X di pasticche di polvere.

Le argille che presentano un’elevata C.S.C. sono le argille verdi, che hanno dimostrato già dai tempi dell’abate Sebastian Kneip di possedere notevoli proprietà per le malattie della pelle e per altri disturbi. Va precisato che l’argilla verde usata a scopo terapeutico e cosmetico, deve essere essiccata al sole e non nel forno; quella che si utilizza per uso interno deve essere esclusivamente argilla ventilata essiccata al sole, cioè quella più purificata e priva di impurità e a granulometria più fine, cosa che garantisce una maggiore superficie di scambio, quindi una migliore attività.


ARGILLA PER LA SALUTE

Veniamo agli usi dell’argilla a scopo salutistico: essa può essere utilizzata sia per uso esterno che interno, per un gran numero di disturbi, ai quali può arrecare giovamento in maniera dolce, come sempre avviene con i trattamenti effettuati con sostanze naturali, senza peraltro escludere altri trattamenti, naturali e non, quando necessario.

I disturbi per i quali si può ottenere un beneficio dall’argilla sono legati, oltre che alla sua capacità di scambio cationico, anche alla sua capacità adsorbente, cioè di fissazione chimica di un corpo, che dà all’argilla la possibilità di intrappolare batteri e microbi, tossine e scarti del metabolismo intestinale, gas e veleni. Quindi ha un alto potere disintossicante, senza assorbire i nutrienti, come vitamine e minerali; ha quindi un’assorbenza selettiva, oltre a fornire essa stessa numerosi minerali e oligoelementi, per cui è anche remineralizzante.

L´argilla ha dunque un’azione:

1. alcalinizzante e disinfettante sui tessuti (epidermide e epiteli di rivestimento);

2. antidolorifica e antinfiammatoria;

3. rimineralizzante, riequilibrante e antiendemigena. Combatte cioè la ritenzione idrica con un meccanismo osmotico, assorbendo i liquidi e i prodotti di scarto del metabolismo. I sali minerali in essa contenuti attirano, infatti, l’acqua e altri soluti per osmosi, così come il sale integrale si umidifica assorbendo l'acqua presente nell’ambiente. In questo modo l´argilla funziona da catalizzatore dei processi biologici.

4. L’argilla riequilibra inoltre la termoregolazione grazie alla sua capacità termoassorbente.

5. Infine rigenera l’attività organica e risveglia il potenziale energetico, grazie alla sua capacità di cedere debolissime dosi di energia elettromagnetica.

Viene impiegata soprattutto per:

- infiammazione degli organi addomino-pelvici;
- febbre;
- disturbi digestivi cronici;
- alterazioni o congestioni del flusso sanguigno.

Argilla per uso interno

La preparazione dell’argilla per l’uso interno può avvenire con pastiglie oppure nel seguente modo: la sera si versa un cucchiaino circa di argilla in un bicchiere di acqua potabile a temperatura ambiente, utilizzando un cucchiaino non metallico né di plastica, ma, ad esempio, il normale mestolo di legno da cucina, regolandosi a occhio per la quantità; l’argilla va quindi mescolata a lungo per emulsionarla bene.

Si ripone il tutto per l’intera notte; la mattina vedremo che si è formato un deposito in fondo al bicchiere; noi dobbiamo bere appena alzati e a digiuno l’acqua che sovrasta quel deposito (non ha nessun sapore), cioè l’acqua argillosa, ogni mattina per circa un mese, facendo poi una pausa per una decina di giorni e quindi ripetendo ancora per un mese l’assunzione di acqua argillosa. Questo schema si può ripetere due o tre volte durante l’anno.

In realtà si potrebbe bere anche il deposito di argilla, ma bere la sola acqua argillosa è più prudente, perché in questo modo il trattamento risulta molto più delicato e senza complicazioni, che talvolta si presentano, come ad esempio la stipsi, seppure di breve durata e solo in fase iniziale. Con l’uso interno dell’argilla si effettua una profonda depurazione di tutto l’organismo, con l’eliminazione delle tossine e il recupero dei sali minerali dall’argilla stessa.

Argilla per uso esterno

Per l’uso esterno dell’argilla invece si procede nel modo seguente: si versa l’argilla macinata fine in un recipiente non metallico né di plastica, ma ad esempio di vetro o ceramica, quindi si versa l’acqua sufficiente a impastarla velocemente, in modo da ottenere un impasto morbido e omogeneo, che non va maneggiato troppo e possibilmente si lascia riposare qualche tempo.

Questo impasto va spalmato sulla parte da trattare, direttamente sulla pelle e nello spessore di circa mezzo centimetro; si copre con un panno di lana e si lascia l’impacco da almeno mezz’ora, fino a un paio d’ore, o anche una notte intera se lo si sopporta. Quindi si asporta con acqua tiepida.

Un impasto della consistenza di una pappa che si applica localmente di argilla può essere il cataplasma applicato più volte durante la giornata, utilizzando sempre nuova argilla, senza riusare quella già applicata che ormai è carica di tossine e non è più attiva e potrebbe essere addirittura dannosa.

È importante che l’applicazione dell’argilla non dia mai sensazioni di disagio; se questo accade, l’impacco deve essere subito rinnovato, freddo o tiepido, secondo il "gradimento" dell’organismo.

Per gli usi esterni per i quali non è indicato applicare il cataplasma di argilla, essa va mescolata con acqua in modo da fare una sospensione che si utilizza per lavaggi, lavande, bagni, pediluvi, sciacqui, gargarismi ecc.

Ma come e perché funziona questo impacco? Attraverso la pelle, che è in grado di assorbire e di secernere le sostanze idro e liposolubili, si verifica uno scambio tra i preziosi minerali di cui è composta l’argilla e i prodotti di scarto del metabolismo. Gli uni vengono assorbiti, gli altri eliminati con meccanismo osmotico. Consideriamo più dettagliatamente il processo che si verifica quando applichiamo il cataplasma d´argilla.

L’applicazione dell’argilla sulla pancia causa di norma (dopo una brevissima fase di freddo, fase importantissima perché lo stimolo riflesso del freddo produce una vasodilatazione con un intenso afflusso di sangue) una maggiore traspirazione e sudorazione da parte della pelle.

L’argilla assorbe calore, liquidi e gas (i materiali di scarto), e cede i sali minerali di cui è composta (ferro, magnesio, potassio, calcio, sodio, manganese e altri oligoelementi) e debolissime dosi di energia elettromagnetica.

Questo scambio, che facilita proprio la guarigione delle infiammazioni pelvico-addominali e dei disturbi digestivi cronici. L´impacco lasciato per una o più ore lavora infatti sui tessuti e organi a rapidissimo ricambio come la pelle e le mucose dell’apparato digerente. Agisce però anche sulle funzioni viscerali, che vengono stimolate per via riflessa dalla cute. Sui tessuti infiammati il fenomeno si verifica con maggiore intensità: più vi è calore, maggiore è il flusso sanguigno e di conseguenza più rapidamente avviene lo scambio tra i preziosi minerali dell’argilla e le sostanze tossiche di scarto.

L’argilla si rivela quindi un rimedio senza tempo che è stato donato all’essere umano per la sua evoluzione.
 
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